L'Italie divisée suivant...
Da quando l’invenzione della stampa dette modo a tutti gli umanisti di diffondere quanto il loro ingegno produceva nel campo degli studi, il progresso dello scibile iniziò quell’ascesa portentosa che fu al tempo stesso una rivelazione ed una rivoluzione. Rivelazione, perché a tutte le discipline del tempo fu dato di espandersi e di raggiungere persone e luoghi fino ad allora più o meno lontani da contatti culturali; rivoluzione perché il campo produttivo ristretto agli amanuensi ed ai miniatori, ebbe una radicale riforma con l’avvento delle più rinomate scuole di impressione tipografica, fra le quali, massime in Italia, quelle dei Giunti a Firenze, e di Aldo Manuzio a Venezia. Particolare fortuna ebbero nel XVII e XVIII secolo le incisioni di mappe e carte, per mezzo delle quali ogni popolo seppe dell’altro con più frequenza e verità, man mano che questa disciplina si sviluppava grazie agli apporti di notizie dovute ad arditi viaggiatori, ad avventurosi mercanti, a fervidi missionari, a particolari studiosi di luoghi e di sistemi. Tuttavia è solo nel XVIII secolo che viene definita, con notevole approssimazione, la forma della Terra. Perfezionati gli strumenti di misura e raggiunta un'organizzazione internazionale per gli studi e le misure geodetiche, si perviene alla compilazione di grandi carte nazionali e di rappresentazioni cartografiche che abbracciano l'intero mondo allora conosciuto, Appartenendo al secolo precedente e precisamente al 1600, questa bella Italia risente ancora della scarsa precisione delle misure e conseguentemente del disegno. Ma è bella ugualmente, anche se così allungata trasversalmente. Opera del geografo S. Sanson, questa carta vide la luce nel 1672 presso le officine parigine di un altro famoso cartografo, H. Jaillot. Incisa su rame, la mappa fu montata su tela a stacchi. Si estende a ovest oltre i confini con la Francia, a nord oltre quelli con la “hongrie”; comprende a est la Dalmazia. L’orografia è rappresentata prospetticamente col solito sistema a monticelli. La toponomastica è parte in italiano e parte in francese. La carta reca il alto un secondo titolo che suona grosso modo come quello citato in calce a questo breve sunto. In basso a sinistra si trova la tabella delle varie scale (sette) e la dedica al Delfino di Francia. La tecnica impiegata per la realizzazione di questa Italia è la stessa di quella utilizzata dal Jaillot; un torchio manuale, lastre finemente incise, carta di puro cotone. Il montaggio su tela, di puro cotone rispecchia una procedura lavorativa frequentemente utilizzata in passato e dovuta all'esigenza di ottenere una migliore conservazione delle rappresentazioni cartografiche, oltreché consentirne un più facile trasporto. Solo l’invecchiamento, ottenuto con sostanze rigorosamente vegetali, è un’operazione che ,ovviamente, i nostri predecessori non hanno avuto necessità di effettuare. L’eventuale coloritura all’acquerello conferisce al soggetto una visione policroma di indubbio effetto scenico. Tutto questo al fine di realizzare un prodotto che, sia per i materiali impiegati sia per la tecnica utilizzata, recuperi la bellezza ed il valore storico-culturale dell'originale.